Ospite al Giffoni Film Festival, Junior Cally si racconta in una masterclass: “Musica? Oggi non voglio più vederla come un’ossessione

Sport e musica. Questi i principali topic che sono stati toccati nel corso della masterclass on stage tenuta da Junior Cally ai piedi del palcoscenico di Piazza Lumière, che questa sera lo vedrà esibirsi all’interno del format Giffoni Music Concept. Grande appassionato di calcio, ha aperto insieme a numerosi amici e colleghi un centro sportivo a Milano, “Gli dedico l’80% della mia vita” ha confessato l’artista, adesso maestro di Padel.

Tuttavia la musica resta una componente fondamentale della sua vita. Ha da poco pubblicato il singolo ‘Miracolo’ e non nasconde di essere tornato in studio per produrre nuove canzoni: “Ho ritrovato la felicità nello stare in studio a lavorare. Non voglio più vedere questo lavoro come un’ossessione”.

Non si nasconde, Junior Cally: “Ho sempre avuto due sogni, fare il calciatore o il cantante. Quando non ho potuto continuare a giocare a calcio, ho iniziato a modificare canzoni già esistenti, come ‘Non me lo so spiegare’ di Tiziano Ferro, di cui sono un grandissimo fan. Poi scrissi la mia prima canzone, era bruttissima ma era qualcosa di mio. La musica per me è sempre stata libertà di espressione”.

Nonostante non neghi come la sua famiglia non abbia creduto troppo nella passione musicale, non gli hanno mai messo i bastoni tra le ruote: “Non mi hanno mai ostacolato. Neanche mio fratello, che è un tatuatore ed è autore di tutti i miei tatuaggi. Prima lavoravo nel suo studio, è come se in qualche modo abbia finanziato la mia musica. È lui il mio punto di riferimento più grande nella vita”.

Nella sua musica Junior Cally, con il più recente album ‘Deviazioni, ha raccontato il periodo difficile che ha vissuto dopo la partecipazione al Festival di Sanremo 2020: “Quando seppi di essere in gara mi trovavo su una sedia a rotelle dopo un incidente stradale. Quello fu un bel momento, anche se quel Sanremo in sé non è un bel ricordo”.

La cura verso sé stessi e la propria mente, resta prioritaria: “Se avete bisogno di aiuto parlatene apertamente, con un amico o un familiare, è uguale. L’importante è sempre chiedere aiuto”. Per sottolineare il concetto, l’artista si rifà ad uno dei tatuaggi a cui è più legato ‘Necessità non è debolezza’. Alzare la voce, per uscire dal buio.

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