Reduce da Tale e Quale Show, la ruggente artista siciliana Francesca Alotta ha pubblicato un singolo che rappresenta la sua rinascita in musica, e non solo: “Diversa

Di anni da quella “Non amarmi“, che tanto successo le portò al fianco di Aleandro Baldi sia fuori che dentro il contesto sanremese, ne sono trascorsi tanti, il prossimo anno ne saranno ben trenta per la precisione, ma la luce negli occhi di Francesca Alotta non s’è mai spenta, così come la sua passione per la musica, anche se le numerose sfide della vita nel corso degli anni l’hanno messa a dura prova.

L’artista siciliana, reduce dalla grande avventura di Tale e Quale Show, è ritornata a pubblicare nuova musica. Fresco d’uscita è il singolo “Diversa“, in cui Francesca Alotta punta i riflettori su una storia vera che testimonia come il percorso da fare per avere un Paese davvero inclusivo nei confronti di tutti sia ancora lungo. Il brano andrà a far parte di un album in uscita il prossimo anno che vede la cantautrice firmare sia i testi che le musiche.

Si parla tanto di inclusione, eppure per le persone è ancora difficile uscire allo scoperto e vivere la propria vita senza subire discriminazione…

Sono rimasta sconvolta da una storia che ho vissuto da vicino. La figlia di una mia amica non è stata accettata per niente, le è stato sequestrato il cellulare, è stata portata dallo psicologo, addirittura dall’esorcista. Sono rimasta sconvolta perché, come dicevi, mi aspettavo che la realtà attuale fosse un po’ cambiata, e invece non è così. Ho scritto testo e musica di questa canzone in contemporanea. Anche nell’album di prossima uscita è tutto scritto da me, sia testo che musiche, con gli arrangiamenti curati da Max Marcolini. È un bel lavoro che uscirà nel 2022.

Evidentemente era giunta l’ispirazione giusta…

Sì. Poi ho visto quelli applausi squallidi in Senato dopo la bocciatura del DDL Zan e allora mi sono resa conto che c’è ancora tanto, troppo da fare. “Una canzone non può cambiare il mondo”, sono d’accordo, ma può far riflettere in qualche modo su un argomento e non far finta che tutto vada bene.

Una canzone non cambia il mondo, ma può aiutare a non far finta che vada tutto bene.

Francesca Alotta

Mettere quella “pulce nell’orecchio” insomma.

Esatto. Nella seconda strofa canto “È vero che tu sei mia madre, ma non mi ami davvero, non hai mai guardato dentro me. Pensi solo alla gente ma ti sei mai chiesta coso provo io?”. In effetti parlando con questa ragazza mi sono resa conto che c’è prima un processo di accettazione personale da affrontare, e non è facile. Potresti poi trovarti anche la famiglia o gli amici contro, e ci sono ragazzi che non ce l’hanno fatta. Questa ragazza era diventata anoressica e sono felice di essere riuscita ad aiutarla.

Le persone non capiscono quanto lavoro e quanto sacrificio ci sia dietro la sola accettazione di se stessi, prima ancora di quella degli altri.

Non lo sanno perché non c’è empatia e voglia di guardare all’altro. C’è un egoismo che regna sovrano. Io ho una grande empatia e credo moltissimo nel sociale. Mi piace molto ascoltare. Credo fermamente che quando doni amore, questo poi ti ritorna! Con le mie ammiratrici ed ammiratori, gli “Alottini”, ho un rapporto molto forte. Tre di queste mie ammiratrici sono state al mio fianco nel periodo in cui ho avuto il cancro, ed io sono stata accanto a loro nei momenti di bisogno. L’amore donato alla fine ritorna sempre.

“Diversa”, il nuovo singolo di Francesca Alotta

Questo singolo arriva in un periodo felice della tua carriera, con una popolarità rinnovata anche grazie alla partecipazione a Tale e Quale Show. Come lo descriveresti questo momento per te?

È un percorso di rinascita soprattutto. C’è tutta la voglia di vivere appieno la vita. Vivere un’esperienza come la mia ti fa ritrovare una forza ed un coraggio che magari avevi dimenticato di avere. Ad esempio, avevo fatto già quattro volte il provino per Tale e Quale Show, questa volta avevo intenzione di non farlo più. Ho fatto il quinto provino solo perché avevo ritrovato una grande energia, ed è andato bene.

Cose se adesso fosse tutto al posto giusto.

Mi sento una roccia. Voglio che la gente mi conosca per come sono perché sono così, non ho filtri. Sono una persona vitale, gioiosa, e ho ritrovato anche la fede, che mi sta dando una grande mano. Sto scrivendo testi e musiche e anche l’album in lavorazione si intitolerà “Diversa”, perché sono una Francesca nuova. Mi sto rendendo conto che anche i giovani, che all’epoca di “Non amarmi” non erano ancora nati, conoscono a memoria quella canzone. Pochi giorni fa ero ad un dibattito sulla violenza sulle donne, e due atlete olimpioniche di Softball si sono avvicinate a me tremando raccontandomi di come conoscessero “Non amarmi”, addirittura anche i respiri che prendo quando la canto. Mi sono commossa. Sono felice, credo di avere ancora tanto da raccontare.

Veniamo adesso a Tale e Quale Show. È stata una sfida piuttosto importante no?

Ci sono stati momenti molto difficili anche perché in una settimana devi imparare un altro mondo. Non solo una canzone, ma anche tono, movenze. Quando mi hanno assegnato alcuni personaggi non ci dormivo la notte, come Gianna Nannini o Liza Minelli. Mi hanno dato tante belle gatte da pelare. Per non parlare di Adele: sei ore di trucco per tre giorni di prove, più un’ora per rimuovere tutto il trucco. Un’esperienza pesante anche fisicamente. Ho trovato però dei compagni di viaggio carinissimi e ciò ha alleggerito tutto. Entrare in questi personaggi mi ha aperto altri mondi, altre vocalità. C’è sempre da imparare.

Francesca Alotta nei panni di Mia Martini a Tale e Quale Show

Che emozione è stata ritrovare un palcoscenico, in questo caso televisivo, dopo che il Covid-19 ha di fatto impedito concerti e performance con pubblico?

È stato tanto emozionante soprattutto rivedere il pubblico. Lo scorso anno ho registrato un concerto natalizio senza il pubblico ed è stato brutto. Ritrovarlo adesso è stata un’emozione immensa.

La vita è fatta di sfide e tu lo sai bene, avendo dovuto fronteggiare un nemico spietato come il cancro. Guardandoti indietro, cosa credi ti abbia lasciato di più quel brutto periodo?

Penso che il dolore sia in grado di renderci ancora più sensibili e pronti a comprendere il dolore degli altri. Forse chi non ha mai sofferto in vita sua fa un po’ fatica. Le cose che faccio mi danno l’idea che la mia vita abbia un senso. Spesso ci chiediamo quale sia il senso della vita. Il mio l’ho trovato nell’essere un mezzo che rende le persone più felici e per fare del bene, che come il male poi ritorna sempre. Sono in un momento di passaggio in cui ho imparato a perdonare e a tagliare i rami secchi. Adesso mi sento ancor più determinata ad aiutare il prossimo.

05 Francesca Alotta Crediti foto Carlo Bellincampi
Francesca Alotta, foto di Carlo Bellincampi

E parlando di sfide, una come quella del Festival di Sanremo, la Francesca Alotta di oggi l’accetterebbe?

Assolutamente. Ho consegnato al mio manager un brano da presentare alla commissione. Mi rendo conto però dell’importanza dei numeri social e dei followers. Potrei cantare la Carmen ma è difficile che mi prendano perché non ho un milione di followers. A meno che non ti invitino loro. Ho fatto due volte Sanremo e lì erano le case discografiche a presentare gli artisti, adesso non funziona così.

A proposito di Sanremo, nell’occhio del ciclone negli scorsi giorni sono andate a finire le parole di Amadeus, che di fatto ha detto “no” alle quote rosa al Festival. Priorità alla musica e ai progetti presentati. Cosa ne pensi?

Sono d’accordo con Amadeus. Un po’ come la questione della “black face” a Tale e Quale Show, mi sembra una forma di ghettizzazione. Non ha senso. È così che si creano limiti e che ci siano differenze quando in realtà non è così.

Quote rosa a Sanremo? Sono d’accordo con Amadeus, non hanno senso. Come con la questione “black face” a Tale e Quale Show, mi sembra una forma di ghettizzazione.

Francesca Alotta

Tornando invece al tuo nuovo disco in uscita, so che ci sarà un brano in dialetto siciliano dedicato alla tua mamma. Ce ne parli?

Sono siciliana nel cuore e nell’anima. Ho un legame particolare con la mia terra e spesso l’ho riportato in musica. Mi trovavo con il mio chitarrista che stava suonando alcune cose, mi è venuta una melodia da cantare e l’ho fatto in siciliano. Da bambina mia madre era disperata perché sono sempre stata un maschiaccio. Non mi piacevano le bambole, saltavo sui cancelli, giocavo a calcio. Non mi piaceva fare le cose che una femmina avrebbe dovuto fare.

Avversa agli stereotipi.

Esattamente, è questo il punto. Sono assolutamente contraria agli stereotipi, alle cose imposte. Devi farmi capire perché non posso farle. E mia madre mi diceva sempre in siciliano “tu maschio dovevi nascere!”. Da noi si dice “vastata”, ovvero “maleducata”. Una parola che ha un’etimologia particolare perché il Bastato era quello che portava in giro i nobili, che generalmente erano persone di un ceto basso, rozzi e maleducati. Con il tempo la parola si è trasformata in “vastato” e mia madre la usava per dirmi che ero maleducata. Ho chiamato questo brano “Vastata” perché per me vuol dire ribelle, così come mi sento.

Ideatore e fondatore di 4quarti Magazine. Scrittore e giornalista salernitano iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Campania. A dicembre 2023 pubblica "Nudo", il suo primo libro. «Colleziono compulsivamente dischi e mi piace scrivere con la musica ad alto volume».

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