Intervista esclusiva a Emerique. Cantante, autore, performer e artista brasiliano a tutto tondo, scoperto all’ultima edizione di Una Voce per San Marino
Arriva dal Brasile ma abita a Barcellona, anche se è il palcoscenico del mondo la sua vera casa. Emerique s’è fatto notare all’ultima edizione di Una Voce per San Marino, il festival organizzato dal microstato che, tra numerosi artisti provenienti da tutto il mondo, seleziona il rappresentante del Titano all’Eurovision Song Contest. Qui ha dato voce a una produzione del duo italiano Lost City, nel brano “Titan“, ma dietro la sua proposta c’è tanto altro.
Emerique infatti è solito calcare i palchi anche nelle vesti di Emmie Reek, artista drag che rappresenta un’altra metà dell’espressione artistica del brasiliano, che in questa intervista si rivela, tracciando un bilancio di questa esperienza sammarinese – che l’ha visto fronteggiare anche l’odio dei social – e di tutto ciò che la vita e l’arte gli hanno regalato e che hanno ancora in serbo per lui.
Parlaci della collaborazione con i Lost City. Quando vi siete conosciuti?
Sì! La nostra collaborazione è nata attraverso un’app chiamata Vampr, una sorta di Tinder per musicisti utilizzata per trovare artisti con cui lavorare. Ti metti alla ricerca del tipo di musicista o produttore che avresti in mente e l’app ti mostra alcuni profili interessanti nella tua area. Ho prima conosciuto Salvatore, che stava cercando un cantante per scrivere testo e melodia a una sua traccia. Così è iniziato tutto, da internet, e trovo che sia bellissimo.
Non è la prima volta che lavori con il duo di producer. Il brano “In pose” in particolare ottenne bei riscontri nelle radio internazionali. Com’è lavorare con Ezio e Salvatore?
Prima di lavorare a “Titan” abbiamo rilasciato due tracce. Infatti “In pose” fu il nostro primo brano, seguito poi da “Danser avec moi”, che divenne una hit tanto da ottenere ancor più interesse rispetto alla prima. Lavorare con i ragazzi è bello perché, al di là del fatto che proveniamo da background differenti (loro arrivano più dalla musica elettronica, io dal soul e dal pop), tra noi c’è chimica. In genere si parte da una mia idea per una canzone, e loro producono la strumentale. Spesso invece mi inviano alcuni beat e ci scrivo testo e melodia sopra. È tutto molto organico.
E ora parliamo di “Titan“, il nuovo singolo. Da quale ispirazione arriva?
“Titan” è una delle migliori che abbiamo fatto fino ad ora. Volevo scrivere qualcosa che si ispirasse alla grandiosa storia di San Marino, paese costruito praticamente tutto intorno al loro stesso Monte Titano. Volevo usare quella forza, e la loro resistenza nell’essere una delle più antiche Repubbliche al mondo, con una costituzione tra le più antiche, e fare un parallelismo con la stessa forza dell’essere umano. Incoraggiare l’ascoltatore, affinché possa sentirsi padrone del proprio destino e capace di affrontare sfide, sconfiggere nemici e ottenere tutto ciò che si desidera. Siamo tutti Titani.
Quando hai deciso di sottoporla a Una Voce per San Marino?
È una storia divertente. A dire il vero io non l’ho mai proposta a Una Voce per San Marino. Sono stati i ragazzi a farlo e poi me l’hanno detto. Credo che probabilmente avrei aspettato un po’ di più per provarci. Quando l’hanno fatto ho capito che avrei dovuto creare qualcosa all’altezza della sfida che sarebbe stata.
Partecipando a questo contest hai avuto l’occasione di conoscere numerosi artisti da tutto il mondo. Chi di loro ti ha impressionato di più?
È stata la cosa migliore di tutte. Le persone che conosci, le amicizie che si instaurano, ne fa valere la pena al di là del risultato. Sono assolutamente innamorato di Luna Palumbo, è una star ed è molto dolce. Ci siamo divertiti nel backstage. Ho amato anche conoscere Ronela, è stata molto carina con me e il suo pezzo in gara era fortissimo. Anche Elisa dei Flexx, con cui ho addirittura parlato un po’ di portoghese, è molto carina e talentuosa.
Subito dopo la messa in onda della semifinale di Una Voce per San Marino, quella nota alta che accompagna il termine della traccia è andata virale su Twitter, ti aspettavi una risposta del genere?
Ad essere onesto, non me lo aspettavo. Sapevo che sarebbe stato un momento molto commentato, perché io stesso non ero contento di come l’avessi fatta. Ero molto nervoso e non è andata come da piani. Ero certo che le persone lo avrebbero notato, ma non mi aspettavo diventasse ciò che è diventato.
Non tutti i commenti sono stati positivi, anzi. Molti di essi erano carichi d’odio. Come reagisce Emerique a questi commenti social?
L’odio non mi ha ferito perché sapevo che la mia performance fosse molto più di quello. Non puoi prendere tre minuti di duro lavoro e dire che tutto era orribile soltanto perché una nota non è stata ben fatta. Alcuni addirittura non credevano che meritassi il ripescaggio. Quello che voglio dire loro è: mi dispiace deludervi, ma ciò non cambia il risultato. Ce l’ho fatta ugualmente. Ciò dimostra che noi, in qualità di artisti, non siamo perfetti e un errore non definisce la nostra arte, il nostro talento e il nostro potenziale.
Al di là di tutto, ti senti soddisfatto di questa esperienza? Il prossimo anno ci riproverai con un nuovo brano?
Sono estremamente felice. Vengo da un paese dove persone come me non ricevono opportunità simili molto spesso. È molto dura farcela. Essere un immigrato nero e latino che vive in Europa rende tutto ancora più difficile. Ho scritto il testo, la melodia, creato il concetto dietro la canzone, la coreografia, i cori, lo staging anche per l’ipotetica finale, realizzato anche i miei stessi abiti di scena senza l’aiuto di un manager, di una label, agenzia, team o di nessun altro. Avrei voluto avere persone che mi aiutassero con tutto questo, ma ho dovuto fare tutto da solo. Dunque aver realizzato tutto questo da me, ed essere arrivato dove sono arrivato, mi rende molto fiero. Per quanto riguarda il prossimo anno, vedremo. Forse? Al momento non è nei piani.
Il Brasile è molto lontano dall’Europa, ma l’Eurovision è noto per essere un festival inclusivo, aperto ad artisti da tutto il mondo. Come hai scoperto il contest? Hai una canzone preferita?
Ho scoperto l’Eurovision nel 2012 con Loreen. Da allora sono diventato ossessionato con lo show, le canzoni, la cultura, la diversità e tutto ciò che l’Eurovision rappresenta. È diventato un sogno per pe prendervi parte, un giorno, come cantante. Le mie canzoni preferite sono, ovviamente, “Euphoria” di Loreen, ma amo anche “Beautiful mess” di Kristian Kostov (Bulgaria 2017, ndr) e tante altre. Potrei stare un giorno intero ad elencarle e a cantarle.
Questa a San Marino non è stata certo la tua esperienza europea. Si ricorda infatti la tua partecipazione a The Voice of Ireland nel 2016 ma non nei panni di Emerique, bensì in quelli di Emmie Reek. Dicci di più.
Vivo in Europa dal 2014. Ho partecipato a The Voice, in Irlanda, e a X Factor, nel Regno Unito. Entrambe nel 2016 e nelle vesti di Emmie Reek, il mio pseudonimo drag. È stato fantastico. A The Voice sono arrivato fino ai quarti di finale, nella top 3 del Team Una, riuscendo a conoscere tante belle persone. Successivamente sono stato invitato a X Factor, ottenendo quattro sì alla mia audizione, passando poi per i bootcamp, senza però arrivare ai live show.
Descrivici la tua arte drag. Chi è Emmie Reek, vista dagli occhi di Emerique?
Emmie Reek è il mio eroe. Raccoglie tutti i miei punti di riferimento femminili, dalle grandi dive della musica alla mia mamma, insieme alle modelle che ammiro. Tutte in una. È il focus del mio lavoro oggi, e con lei mi sento libero di esplorare aspetti differenti, cosa che sento non potrei fare con Emerique. Dà alla mia voce una bellissima piattaforma in cui esistere e pare che alle persone piaccia.
Al di là dell’Eurovision, qual è il desiderio che vorresti realizzare al momento?
Quest’anno il mio focus è continuare ad espandere il mio lavoro come Emmie Reek, specialmente in Spagna, dove vivo dal 2021. Esibirmi a festival e continuare a portare sul palco i miei show da solista. Inoltre Emmie non ha mai rilasciato singoli o album ancora, di certo lavorerò anche su quello. E poi per qualunque sfida possa presentarsi sul mio cammino, mi farà trovare pronto.