Dutch Nazari torna a parlare della Palestina. L’artista, da sempre impegnato nel sociale, pubblica ora il brano “Aqaba“
La musica come volano per portare all’attenzione del pubblico tematiche che vanno oltre il giusto cocktail da bere in spiaggia. Il mezzo canzone, notoriamente potentissimo, per divulgare, comunicare, esprimere. Lo sa bene Dutch Nazari, che nei giorni scorsi ha pubblicato in digitale il suo nuovo singolo, in arrivo dopo due anni dal terzo album in carriera, “Cori da sdraio“. La canzone s’intitola “Aqaba” e vede l’artista tornare a scrivere di e per la Palestina.
«“Aqaba” è il nome di un villaggio in Cisgiordania, vicino a Jenin dove sono stato nel 2012 e che è anche il titolo di una canzone contenuta nel mio primo ep “Diecimila lire” – ha affermato Dutch Nazari – . L’urgenza di tornare a scrivere di Palestina mi si è presentata già nelle prime settimane della guerra esplosa su Gaza in reazione agli eventi del 7 ottobre, e i ricordi hanno fatto sì che il brano inizi con una descrizione di ciò che ho visto».
Un impegno politico, sociale e umano, quello di Dutch Nazari, che ha radici ben salde nel terreno. Da sempre sensibile alla questione palestinese, dopo un viaggio nella terra martoriata dal conflitto con Israele, dodici anni fa, scrisse la canzone “Jenin“. È proprio a quel brano che questa “Aqaba” – pubblicata in maniera indipendente – attraverso un filo talmente sottile da essere invisibile, è legata.
«Dopo il 7 ottobre, con il passare delle settimane e l’orrore che si accumulava davanti a me impotente, ho sentito salire come tanti e tante un’urgenza difficile da impiegare – racconta Dutch Nazari –. Urgenza di leggere, urgenza di scrivere. E urgenza di scendere in strada e urlare di smetterla. Per fortuna c’era chi organizzava le manifestazioni di piazza, e allora sono andato ad una. E ad un’altra, e a quella dopo, e a quella dopo ancora. E ogni volta che andavo c’era sempre più gente».
“Aqaba” ha il pregio di aggiungere una nuova voce al dibattito, oltre di riportare in musica uno dei cantautori più interessanti della musica italiana underground contemporanea. Importante è anche la copertina del singolo, realizzata da Jacopo Baco: un frame tratto dal documentario Revolution Art Poetry (N. Nazari 2012) di una donna in mezzo a un uliveto che tende la mano a una bambina, stampata e con l’immagine della bambina rimossa manualmente.
TESTO DI “AQABA” DI DUTCH NAZARI
Ricordo ancora i tetti di ogni casa
l’odore forte dell’umidità
alla mattina gocce di rugiada
sulle colline accanto ad Aqaba
il traffico e il rumore e in ogni strada
profumo di tabacco e di caffè
e quella voce dolce che cantava
cosa diceva me lo hai detto te
cantava:
il mio amore ha
la pelle di un’oliva
e prega tutti i giorni Allah
di tenerla viva
e lotta per la libertà
perché da quella riva fino al mare che c’è là
la gente torni libera
e sai che il mio amore ha
due occhi clandestini
ed un profumo di lillà e di gelsomini
e prega un po’ più forte Allah
per i suoi bambini
e per la loro libertà
ana dammi Falastini
quanto costa restare
quanto costa restare qua
difficile restare
difficile restare umani
dimmi cos’è normale
dimmi cos’è l’umanità
la vedi anche tu crollare
sbriciolarsi tra le mani
la normalità:
lutti familiari e averne familiarità
bombe sopra gli ospedali con impunità
senza cibo senza acqua né elettricità
propaganda a mezzo stampa come escamotage
mentre qua ci si domanda “come sta motaz?”
guarda quel bambino morto in braccio a sua papà
il dolore che una mamma ha
e ora prova a domandarle se condanna Hamas
quanto costa restare
quanto costa restare qua
difficile restare
difficile restare umani
dimmi cos’è normale
dimmi cos’è l’umanità
la vedi come scompare: scivola via dalle mani
quanto è buono questo pane quando c’è
quanto è buio questo buio quando è notte
quanto fa paura l’osservare il cielo
sperando rimanga buio tra le tapparelle rotte
tu sei questa gente questa gente è te
e vi lega un filo che non si rompe
perché un filo di speranza quando c’è
è in grado di rendere sopportabile anche la morte
e intanto dentro al cuore una canzone suona forte
il mio amore ha
la pelle di un’oliva
e prega tutti i giorni Allah
di tenerla viva
e lotta per la libertà
perché da quella riva fino al mare che c’è là
la gente torni libera
e sai che il mio amore ha
due occhi clandestini
ed un profumo di lillà e di gelsomini
e prega un po’ più forte Allah
per i suoi bambini
e per la loro libertà
ana dammi Falastini
FOCUS ON: DUTCH NAZARI
Dutch Nazari è nato e cresciuto a Padova. Dopo una prima collaborazione con l’etichetta Giada Mesi, fondata da Dargen D’Amico, con la quale pubblica i suoi primi due ep, nel 2017 conquista pubblico e critica con il primo album ufficiale “Amore povero” (Undamento/Gada Mesi). Nel 2018 consolida l’ottimo riscontro con il secondo album “Ce lo chiede l’Europa”, seguito dall’esibizione sul palco del Concerto del Primo Maggio a Roma e dal “Tour Europeo in Italia”, con oltre 70 date nei migliori club e festival italiani. Sia gli album che gli EP sono interamente prodotti da Sicket, che lo affianca sia in studio sia sul palco.
Nel 2020 Dutch Nazari, che con la sua musica ha contribuito a far conoscere a livello nazionale la scena musicale padovana, collabora con due giovani talenti di Padova: Tony Boy nella traccia “Sembra facile” e Post Nebbia in “Televendite di quadri (remix)”. Il talento poliedrico di Dutch lo porta a collaborare anche con personalità artistiche non legate al mondo della musica. L’incontro con il poeta Alessandro Burbank dà vita allo spettacolo “A una metrica distanza”, uno scontro ad alto tasso di coinvolgimento del pubblico dove la poesia “sfida” la musica, e al “Cosa Preferiresti Podcast”.
Il podcast accompagna l’uscita del terzo album di Dutch Nazari, “Cori da sdraio”, presentato al MI AMI 2022, poi promosso da un tour estivo nei principali festival e da un tour invernale nei club.