Debutta la webserie di Kento, “Barre aperte“, in cui i sogni e i pensieri dei ragazzi delle carceri minorili trovano posto per toccare la luce
Raccontare una realtà drammatica, come quella delle carceri minorili, in cui troppo spesso i sogni non riescono ad oltrepassare la staccionata, nonostante gli sforzi di chi cerca di portare cultura e creatività in un contesto complesso anche solo da immaginare. Nasce da queste radici “Barre aperte“, la webserie con cui il rapper e scrittore Kento, nome d’arte di Francesco Carlo, ritorna in video, per raccontare le vite che quasi sempre rimangono nel buio.
Si tratta di un progetto sorto dall’idea di CCO – Crisi Come Opportunità, e dell’associazione Puntozero, grazie anche al supporto della Fondazione Alta Mane Italia. La webserie, già disponibile su Repubblica TV, è un vero e proprio viaggio in cui protagonisti sono i ragazzi sottoposti a provvedimenti penali, partendo dall’Istituto Penale per Minorenni Beccaria di Milano, fino al penitenziario di Airola, in provincia di Benevento.
«Non è un mistero che alcuni dei giovani artisti più popolari siano passati dal carcere minorile – racconta Kento -. A volte, però, le storie più forti non sono quelle del successo commerciale, ma quelle in cui poggiare la penna sul foglio rappresenta una scelta di liberazione mentale e di affermazione espressiva. Niente come il rap racconta i nostri anni, e niente come il rap può aiutarci a capire e plasmare il futuro che ci attende».
Otto puntate tutte da seguire, e non s’esclude un possibile prosieguo in altre realtà italiane. Ai racconti dei ragazzi, alla ricerca di una seconda possibilità, si alternano le barre e il flow di una cultura, quella rap, che da sempre è capace di raccontare uno spaccato della società fatto di sacrificio, porte chiuse e scavi a mani nude, per conquistarsi il futuro.