Alcune dichiarazioni di Claudio Baglioni sul Festival di Sanremo, e sulla centralità delle canzoni, nelle ultime ore stanno facendo discutere sui social

Intervistato dal TG1 per presentare aTUTTOCUORE, il suo nuovo ciclo di concerti-evento tra Roma, Palermo e Verona, Claudio Baglioni s’è lasciato andare ad alcune dichiarazioni relative al Festival di Sanremo che hanno fatto storcere il naso a qualcuno e alimentato, sui social specialmente, un dibattito relativo alla kermesse ancora lontano dall’estinguersi, a pochi giorni dalla conclusione dell’edizione 2023.

Pur ammettendo di non aver avuto modo di assistere alle serate del Festival di Sanremo sia quest’anno che la passata edizione, l’ex “dirottatore artistico” delle edizioni 2018 e 2019 ha affermato: «Ne ho sentito parlare molto, avendo fatto per due anni il direttore artistico so quanto difficile è questo mestiere. In ogni caso, Sanremo è un fenomeno, credo ce ne siano pochi al mondo. Probabilmente, in certe occasioni, le canzoni diventano un contorno del contorno».

Baglioni ha timidamente fatto avanti anche una proposta: «Forse si potrebbe riequilibrare, forse si potrebbe mettere accanto a Sanremo un piccolo festival delle musiche, alla stessa stregua del festival del cinema o di opere letterarie». Dei festival paralleli alla kermesse principale, insomma.

Claudio Baglioni: torto o ragione?

Non tutti hanno accolto positivamente quanto ha affermato Baglioni, specialmente sui social, dove in molti hanno criticato quanto asserito dall’ex direttore artistico del Festival. Nessun attacco diretto ad Amadeus, chiaramente, nelle parole dell’artista. Tuttavia viene naturale analizzare quanto affermato dal cantautore confrontandolo al format odierno del Festival.

Come più volte rimarcato, quest’anno la maxi abbuffata di ben 28 canzoni in gara non ha aiutato nessuno, né i giovani promossi a big (ne abbiamo parlato qui) né lo spettacolo in sé, che sebbene sia stato premiato da ottimi dati d’ascolto, è risultato in più occasioni lento, faticoso e poco digeribile. Paradossale, potrebbe pensare qualcuno, ma non è detto che la centralità delle canzoni possa essere garantita moltiplicandone il numero di quelle ammesse alla gara.

Così com’è da decenni, il Festival di Sanremo non è mai soltanto una gara di canzoni, nonostante ne rappresenti il perno principale. Si potrebbe lavorare ad una struttura del format che coniughi l’arte della canzone al mero costume, lo spettacolo televisivo a quello culturale. In più occasioni ciò è stato fatto con successo. Non quest’anno, ma ci si potrà di certo lavorare.

In merito alla pioggia di critiche che ha investito Claudio Baglioni, non si può non ritenerla – al netto del parere soggettivo che è da sempre insindacabile – piuttosto ingiusta, specialmente se si riavvolge il nastro e si ritorna alla combo dei Festival diretti dal cantautore. Di certo Baglioni-centrici al limite del possibile, ma che hanno rappresentato un chiaro spartiacque nella storia moderna della kermesse.

Se il processo di ringiovanimento del Festival era stato avviato qualche anno prima, con le due di Claudio Baglioni è stato messo in pratica alla massima potenza, consegnandoci due edizioni – quella del 2019 in particolare, con la vittoria rivoluzionaria, quanto ricca di polemiche, di un Mahmood poco più che sconosciuto – musicalmente rilevanti.

Di sicuro ogni Festival è a sé e per quanto spesso possa capitare che a trascinare la kermesse siano le polemiche e tutto ciò che di estraneo alla musica accade su quel palco, alla fine sono sempre le canzoni a rendere un’edizione memorabile, conquistandosi il proprio posto nella storia e nell’immaginario collettivo negli anni a venire. Se si dimostrano meritevoli di quel posto però, ovviamente.

Sanremo 2019 Baglioni
Claudio Baglioni, Virginia Raffaele e Claudio Bisio posano con Mahmood, fresco vincitore di Sanremo 2019

Ideatore e fondatore di 4quarti Magazine. Scrittore e giornalista salernitano iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Campania. A dicembre 2023 pubblica "Nudo", il suo primo libro. «Colleziono compulsivamente dischi e mi piace scrivere con la musica ad alto volume».

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