Nasciamo tutti marinai e moriamo da pirati“. Il nuovo singolo della cantautrice Barberini è un magico viaggio introspettivo

Già quella “Tempura nostalgia” prometteva bene. Oggi con “Pirati” la cantautrice romana Barberini si conferma una delle novità più interessanti e piacevoli del sottobosco musicale italiano, quello emergente, per intenderci, fatto di sacrifici e fatica per farsi strada nel mare magnum della musica italiana, ma che lo fa con talento e capacità.

Il singolo in questione, rilasciato a metà del mese di settembre, segue la pubblicazione, oltre che della già citata “Tempura nostalgia“, anche della traccia “Luna park“, che aveva visto la luce l’8 aprile scorso, e anticipa l’uscita di “Giorni d’oro“, il secondo album dell’artista romana dopo l’omonimo disco del 2018, “Barberini“.

Ad accompagnare il viaggio di “Pirati” in giro per il mondo è il videoclip ufficiale girato in stop motion usando i ritagli di riviste provenienti da paesi diversi del globo. La clip segue il viaggio di una bottiglia che fluttua nell’universo, come fosse una bottiglia con un messaggio in mare aperto. Nel suo tragitto casuale, la bottiglia incontra diversi personaggi, cambiando le loro sorti in maniera imprevedibile e fortuita.

Al centro del video, in qualità di protagonista, c’è il caso, che è il filo conduttore della storia, che muove il destino di pianeti, esseri umani e creature surreali senza che sembri esserci un senso.

«“Pirati” è una canzone che ho scritto pensando alla mia generazione – racconta Barberini – parla di superare i 30 anni. La maggior parte dei tuoi amici è cambiata; su tante cose hai una visione più disillusa e meno certezze; quello che facevi prima per divertirti comincia a diventare faticoso e ogni volta che esageri ti giuri che non lo farai mai più. È una fase un po’ destabilizzante, in cui in un certo senso devi reinventarti».

Ad illuminare la cantautrice nella scelta di legare il pezzo all’immaginario dei pirati è stata la scoperta, attraverso un articolo, che storicamente tali figure erano nella maggior parte dei casi ex marinai, che intraprendevano tale strada dopo aver abbandonato la loro precedente vita civile sui mercantili, a volte per scelta e altre volte per costrizione.

«Mi ha fatto pensare – prosegue Barberini – a come crescere a volte sia un processo inverso a quello che immaginavamo, in cui si perde stabilità e una rotta precisa, più che trovarla. Il leit motiv del pezzo sono dei coretti che sembrano un canto di sirene, come fossero un richiamo verso un mondo nuovo e un po’ oscuro». L’arrangiamento, la produzione e il mix del brano sono di Marco Catani. Il master è di Salvatore Addeo.

Giornalista salernitano iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Campania. Colleziono compulsivamente dischi e mi piace scrivere con la musica ad alto volume.

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