Buona la prima per il Festival di Sanremo 2022. Mahmood e Blanco verso il podio. C’è da ballare nei brani del Festival, ma i 10 vanno tutti ai Måneskin
Svelati i primi dodici brani, parte del cast delle meraviglie del terzo Festival di Sanremo sotto la guida di Amadeus. Una prima serata tutto sommato godibile, grazie a quel profumo di normalità che, grazie anche e soprattutto alla presenza del pubblico all’Ariston, ha rinfrescato l’aria. Prima di proseguire con la lettura delle personalissime pagelle di 4quarti Magazine, preme sottolineare come si tratti del frutto di un primo ascolto.
Nota a margine. La straordinaria performance dei Måneskin sulla loro bella, e troppo sottovalutata, “Coraline“, avrebbe garantito al gruppo romano, orgoglio italiano a tutti gli effetti, non soltanto la vittoria di Sanremo 2022, ma anche quella degli anni a venire. Per citare Rkomi, insuperabili. L’unico 10 della serata va a loro.
Achille Lauro e l’Harlem Gospel Choir – Domenica
Apre la serata, come una sorta di passaggio di testimone dall’edizione precedente, in cui con i suoi quadri è stato super ospite. Achille Lauro per la sua quarta volta al Festival porta con sé il gospel e un brano che avrebbe potuto essere tranquillamente estratto dal suo “1969“. Oggettivamente più debole delle sue passate proposte sanremesi, ma resta un gran performer e potrebbe ugualmente fare un bel Sanremo 2022. Voto: 6
Yuman – Ora e qui
Arriva a Sanremo 2022 come vincitore in carica di Sanremo Giovani. Dalla sua Yuman ha un bellissimo timbro che ben si presterebbe a una sfera soul o gospel, per poter sdoganare finalmente questo genere nel nostro paese, ancora troppo di nicchia. Il brano in gara però non spinge sull’acceleratore ed è un peccato, considerato che per lui si tratta a tutti gli effetti di un biglietto da visita. Voto: 5
Noemi – Ti amo non lo so dire
Rischiava di bruciarsi, dopo quanto di buono raccolto lo scorso anno con la bella “Glicine“. È ovviamente presto per capire se questo brano, la cui penna di Mahmood si sente forte e chiaro, specialmente nella prima strofa, dal retrogusto al sapore di “Andromeda“, avrà un avvenire felice, ma di certo la rossa cantante s’è vestita con qualcosa di diverso, mostrando una sicurezza e una padronanza del palco come mai s’era vista nelle sue passate partecipazioni. Voto: 7 ½
Gianni Morandi – Apri tutte le porte
Torna all’Ariston Gianni Morandi armato di lucciconi negli occhi, prima di eseguire il suo brano, e tanto basta per sciogliere anche il cuore più roccioso. Le note di questa canzone ci fanno volare indietro nel tempo, fino agli anni ’60, così ariosi e colorati. Gianni gioca con l’entusiasmo di chi non ha niente da perdere e con un cuore da leone, e quindi… Voto 7
La Rappresentante di Lista – Ciao ciao
Anche loro di ritorno a Sanremo dopo la fortunata partecipazione dello scorso anno. Questa volta si presentano in una chiave diverso rispetto a quella proposta con “Amare“, e il rischio di bruciarsi era dietro l’angolo. Loro invece lo dribblano con talento e capacità. Ogni nota – e non solo – fa gridare “Eurovision”, e chissà. Bravi, bravi, bravi. Voto: 8
Michele Bravi – L’inverno dei fiori
Arriva a questo Festival in punta di piedi Michele Bravi, e proprio in questa maniera, elegante e piena d’animo, presenta la sua canzone in gara, che segue ideologicamente la strada tracciata dall’album “La geografia del buio“. Esibizione pulita ed emozionale, anche lui si candida a fare un bel Sanremo, al di là del responso della classifica, in un anno che si prospetta molto competitivo. Voto: 7+
Massimo Ranieri – Lettera al di là del mare
I primi brividi della serata li offre Massimo Ranieri, anche lui, big vero, di ritorno all’Ariston dopo anni. Lo ritroviamo con una maestosa poesia musicata, tra onde e sofferenze, sogni, ambizioni e cruda realtà. Esibizione ricca di pathos, nonostante la voce un po’ ballerina, con un’orchestra che eleva una canzone di per sé già preziosa. Discorso podio? Chissà. Voto: 8
Mahmood e Blanco – Brividi
Brividi? Brividi. Stilosi al massimo, Mahmood ritorna al Festival con in tasca la vittoria del 2019. Blanco debutta, e l’emozione si sente. I due sanno cantare per davvero, alla faccia di chi attribuisce l’autotune a chi non sa mettere insieme tre note. In coppia sono spaziali e si dirigono a passi svelti verso il podio, forse anche verso qualcosa in più. Meravigliosamente struggenti. Voto: 9
Ana Mena – Duecentomila ore
Il pezzo con cui la cantante spagnola debutta al Festival di Sanremo trasuda cultura neomelodica da ogni poro. Non ci siamo affatto, ma è una hit, e in fondo Ana Mena non è certo venuta a Sanremo per vincere. È già tra i pezzi più chiacchierati, ma non per le migliori delle ragioni. Ci ha fatto divertire e l’ascolteremo fino allo spasimo. Voto 3 ½
Rkomi – Insuperabile
Per certi versi una “Personal Jesus” all’italiana. In buona sostanza la proposta di Rkomi è discreta e verosimilmente una buona risposta la raccoglierà anche dalle radio. Bravo a tenere il palco. Voto: 6-
Dargen D’Amico – Dove si balla
Echi di “Una vita in vacanza” e sprazzi di Battiato a qualche isolato dall’Ariston, ma è Dargen D’Amico a portare uno de brani che questa sera, già dal primo ascolto, dà l’effetto di un successo prossimo alla nascita. Dalla sua poi c’è un’esperienza, da autore e non solo, che sul palco s’è fatta sentire. Sabato sera la canteremo tutti e questo gli farà mangiare posizioni in classifica. Voto: 7
Giusy Ferreri – Miele
È sicuramente una Giusy molto più dinamica del solito, quella che si presenta al suo quarto Festival di Sanremo in carriera. Dopo anni di successi estivi, all’Ariston per conquistare il pubblico anche lontano dai mesi più torridi dell’anno. Il brano in gara è orecchiabile, di facile presa. Ci riserviamo un secondo ascolto, ma difficilmente troveremo Giusy nelle zone alte della classifica sabato. Voto: 6-