Tra le tinte oscure della notte c’è una MYSS KETA in splendida forma. Lo dimostra nel Lato B de “Il cielo non è un limite“
Un trionfo di dark wave, un tuffo nell’elettronica più selvaggia, mentre in cielo la luna prende il posto del sole, e l’azzurro lascia spazio all’oscurità della notte. Questo, e tanto altro, nel Lato B de “Il cielo non è un limite“, il più recente progetto discografico dell’unica e sola MYSS KETA, che si arricchisce di due brani: “Miriam” e “Freestyle L02E“.
Il progetto viene presentato così: «Il brivido di ricercare ciò che sta oltre ha lasciato spazio adesso ad un turbine nichilista che sbatte l’artista contro l’avversario più brutale: la realtà. Travolta dai meccanismi di una società che somiglia sempre più ad un ingranaggio autodistruttivo, ad un tritacarne sadico, M¥SS contempla le luci della città in un’immobile notte di aprile».
Nell’artwork di Apollonia Saintclair, illustratrice erotica di grande talento, vede la ragazza di Porta Venezia trasformarsi in un evanescente cyber demone dagli artigli affilati, ma con delle ali che la possono farla volare in alto, a volteggiare nel buio della notte.
In “Miriam”, la M¥SS inaugura una collaborane inedita con i DPCM (L I M al basso, Giungla alla chitarra e Danila Guglielmi alla batteria elettronica), una band «capace di avvolgere la voce della Signora fino a farla esplodere delle sue stesse passioni. Su un’ossessiva strumentale post punk/darkwave registrata in presa diretta, la MYSS si sfoga e affila gli artigli vocali, quasi a voler buttare fuori da sé le tormentate visioni oniriche di una Miriam a metà tra una donna dei desideri e una chimera, tra acqua e lava, tra redenzione e punizione».
La direzione musicale è affidata al maestro di danze RIVA, che concerta questo moderno sabba da celebrare rigorosamente dopo la Mezzanotte.
“Freestyle L02E” è invece un fiume selvaggio e impetuoso, che passa dall’essere un rivo strozzato a una marea travolgente. «Voce robotica, eterea, deformata su una base sonora che sembra una battaglia aerea consumata su mondi lontani, o forse solo interiori. È uno scontro di pensieri, suoni, giochi vocali. È M¥SS che si concede la libertà di sperimentare nuove forme espressive».