Studi neuroscientifici hanno dimostrato che particolari aspetti della nostra psiche e della nostra personalità sono in grado di determinare quale musica ascolteremo e perché
Gusti musicali e personalità hanno un legame strettissimo. “Grazie al caso!”, direte voi.
E invece no, il caso non c’entra. C’entra la scienza, o meglio le neuroscienze.
Grazie a questo articolo (che si appropria, è bene dirlo, di studi altrui) scoprirete finalmente, prove alla mano, perché certa musica vi piace e certa altra proprio non la sopportate! Bello, no?

I gusti musicali sono di certo condizionati da fattori ambientali. Spesso, infatti, siamo propensi a scegliere quello che più è alla portata della nostra preparazione culturale e quello che è più abituale per il nostro contesto sociale.
Come si legge nel libro “Psicologia della musica”, le informazioni che arrivano al cervello al momento dell’ascolto di una canzone sono relative, assumono cioè significati diversi a seconda di chi siamo, delle esperienze che abbiamo fatto, da cosa ci è successo persino da bambini.
Ma non è tutto. Spesso utilizziamo la musica per trasmettere agli altri messaggi precisi, per fargli capire chi siamo o chi vogliamo essere. Attraverso i generi musicali, comunichiamo aspetti di noi che riteniamo importanti e questo porta a una conseguenza: l’interpretazione dell’altro sulla base di stereotipi associati a determinati stili musicali.
Qualcuno diceva che siamo quello che mangiamo.
Ora abbiamo capito che siamo (pure) quello che ascoltiamo.

Il che ci porta a comprendere perché i neuroscienziati vadano pazzi per questa roba e vogliano saperne di più. Di qui studi su studi, ricerche su ricerche.
Una recente ricerca dell’Università di Cambridge, che si è concentrata sulle motivazioni profonde dietro le nostre preferenze musicali, ha definitivamente affermato che i gusti musicali possono non solo riflettere tratti psicologici e caratteriali – appunto la nostra personalità – ma anche influenzare la percezione che gli altri hanno di noi.
PROFILO PSICOLOGICO E PREFERENZE MUSICALI
I ricercatori di Cambridge, partendo dai tre stili di pensiero canonici – empatista, sistemista ed equilibrato – hanno sottoposto un campione di più di 4000 persone all’ascolto di 50 estratti musicali di generi diversi. Hanno poi chiesto loro di esprimere le proprie differenze ed è venuta fuori un’equazione abbastanza precisa:
- Empatisti. gli individui che nutrono interesse verso i pensieri e le emozioni altrui prediligono la musica più dolce, malinconica e profondamente emotiva come per esempio il soft rock e il cantautorato,
- Sistemisti: le persone interessate ai modelli, ai sistemi e alle regole che governano il mondo tendono verso generi intensi e intellettualmente stimolanti come il punk, l’hard rock e l’heavy metal,
- Equilibrati: i soggetti a metà tra le due categorie hanno preferenze musicali variegate che spaziano tra generi diversi.
E allora ancora studi su studi, ricerche su ricerche, su musica e personalità.
David Greenberg, psicologo sempre di Cambridge, ha addirittura avviato il progetto Musical Universe, che sfrutta i big data per indagare il rapporto tra musica, scienza e psicologia. Analizzando un vasto numero di dati, Greenberg ha offerto una visione approfondita dei tratti musicali di ciascun individuo. Da qui nasce il modello MUSIC, che organizza le preferenze musicali in cinque dimensioni:
- Mellow : (musica melodiosa, pop, soul, R&B): per individui dall’animo romantico e persone in costante ricerca di relax,
- Senza pretese (musica popolare e tradizionale): per gente socievole e loquace ma allo stesso tempo tendente alla convenzionalità e all’intolleranza,
- Sofisticato (jazz e classica): per persone che tendono aperte di mente, creative, fantasiose e dotate di un’ottima capacità verbale,
- Intenso (rock, metal, punk, rap): per individui che, oltre ad aver costante bisogno di carica, tendono a sfidare un ambiente circostante ritenuto ostile,
- Contemporaneo (generi moderni e innovativi) per persone che hanno un’indole più ribelle e anticonvenzionale.
MUSICA E FUNZIONE EMOTIVA: INTROVERSI/ESTROVERSI

Dagli studi è inoltre emerso che gli estroversi, più inclini alla socialità, utilizzano spesso la musica per aumentare la motivazione e affrontare i propri compiti (ascoltano per esempio la musica durante le faccende domestiche, lo sport, il lavoro) mentre gli introversi tendono a considerare la musica come un elemento che può interferire con altri processi cognitivi in atto.
Questa macro-distinzione, ovviamente, si riflette nei generi musicali preferiti, con gli estroversi attratti da ritmi dinamici e coinvolgenti e gli introversi attratti da musica più soft.
“Grazie al caso”, direte. Anzi no.




