Margherita Vicario presenta al Giffoni Film Festival il suo “Gloria!” e incontra i giovani giffoner

Domande ma anche risposte che spaziano e prendono la forma della poliedricità di Margherita Vicario che durante il terzo giorno del Giffoni Film Festival ha incontrato i ragazzi della sezione Workshop dai 18 anni in su. Musicista, attrice, regista: Gloria! è diventato in poco tempo un capolavoro narrativo sulla condizione della donna in un secolo in cui la musica era fatta soltanto da uomini. «Ho dato voce alle donne invisibili» ha detto l’artista nel suo ruolo da regista, spiegando ai giovani alcune nozioni tecniche sull’arte e sul suo essere artista di successo tra musica, teatro e cinema ma anche confrontandosi con loro sugli aspetti della sua vita.

Gloria! è stato diretto da lei, all’esordio da regista e Margherita ne ha anche scritto la sceneggiatura. L’artista recentemente ha dichiarato che il film «ha la musica come protagonista» e «usa la musica come linguaggio narrativo», spiegando che l’idea alla base della sceneggiatura è nata dalla volontà di far conoscere a un pubblico più ampio la storia delle donne musiciste e compositrici vissute in diversi orfanotrofi italiani fra il quindicesimo e il diciassettesimo secolo, fra cui le collaboratrici del compositore Antonio Vivaldi.

«È stato molto emozionante per me girare questo film ma la cosa più bella è stata riuscire a trasmettere alle 5 protagoniste il bisogno che avevo di raccontare questa storia, legato a dovermi anche concentrare sui rapporti umani e sulle relazioni – ha spiegato l’artista – ma il talento non ha una casa in un uomo o una donna, è un po’ il contesto sociale ne determina la riuscita». Margherita Vicario ha portato alla luce un vero e proprio spaccato di storia straordinario attraverso le note musicali e la tenacia e la forza straordinarie tutta al femminile della “sorellanza”.

«La cosa che mi ha colpito è che queste donne potevano suonare solo all’interno di questi istituti ed era impensabile potessero farlo fuori da lì e quindi un po’ il senso del film è raccontare che c’erano eccellenze pazzesche ma qualcuna di loro avrà avuto una propria fantasia da autrice. È un’idea fuori dai tempi», prosegue Margherita Vicario nel suo incontro con i ragazzi di Giffoni.

Margherita Vicario e la “cura” consapevole per i temi trattati e per le emozioni da suscitare nel pubblico: un tema venuto fuori dall’incontro con i ragazzi. «La necessità primaria è personale, rivolta verso se stessi. Spesso nelle mie canzoni esorto gli ascoltatori ma in realtà all’inizio è sempre un dialogo tra me e me. Sono la prima a cui mi rivolgo. L’esigenza nasce un po’ prima dentro di te. Cerchi di tenere le cose autentiche in un mondo iperproduttivo. È vero che ci metto molta cura – ha detto – è una mia volontà di voler conquistare questa iperproduttività. È un messaggio che voglio dare fuori anche al contesto artistico in cui provo ad inserirmi».

Una famiglia – quella di Vicario – dove l’arte ha fatto da padrona ma non ha mai “facilitato” il compito e il lavoro intrapreso dall’artista Margherita che sottolinea la sua identità marcata e unica. Lo ha ribadito anche ai ragazzi che hanno riempito la sala che l’hanno sollecitata sulla questione. Infine, Margherita Vicario, ha ricevuto il premio speciale “esplosivo” del Giffoni Film Festival: l’”exploded award”.   

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