C’è voglia di indipendenza, libertà e onestà, con Travis Scott nelle cuffiette, dietro la proposta rap di Malokha, che scopriamo in questa intervista

Scoperto nell’ambito di una gara tra talenti rap del territorio salernitano, che ha animato il programma della Paestum Christmas Experience, sin da subito è parso lampante come l’universo artistico di Malokha andasse esplorato da vicino. Sguardo basso, spazio alla musica: la sua. Rap al di là del passaggio radiofonico e la ricerca di un’indipendenza totalizzante, specialmente quando si viene a parlare d’arte.

Nato a Battipaglia sul finire del 1999, Malokha, che all’anagrafe risponde al nome di Fabrizio Calderaro, dopo aver lanciato svariati singoli sulle piattaforme digitali, tra cui il più recente “99 freestyle” agli inizi di dicembre scorso, si prepara a vivere il 2023 all’insegna di tanta nuova musica che non vede l’ora di vedere la luce del sole.

Ti approcci alla scrittura delle tue prima canzoni ad appena 10 anni. Cosa raccontavi in quei testi?

A quell’età ricordo che ero solito raccontare esperienze giornaliere, però ancora non in chiave rap. Diciamo che erano per lo più primi esperimenti per capire come si scrivesse una canzone.

A 13 poi il richiamo dell’hip hop, cosa ti ha affascinato dal primo momento di questo genere?

Sono rimasto affascinato dalle gare di freestyle, dalla capacità di questi artisti di improvvisare rime a tempo. È una cosa che, dal primo istante, mi ha rapito totalmente. Da qui poi ho iniziato ad approfondire il genere, in particolare grazie alla scena americana.

L’esordio musicale a tutti gli effetti avviene nel 2017 con la pubblicazione di un primo brano su Facebook. Come ricordi quel momento? Che aspettative avevi?

Le aspettative erano molto basse. Ricordo chiaramente che l’obiettivo sperato era quello di fare almeno 500 views. Invece, dopo l’ansia iniziale, andò molto bene, totalizzando circa 30.000 visualizzazioni in poco più di una settimana.

Nel corso della tua carriera hai collezionato numerose partecipazioni a varie battle. Come considereresti la risposta del pubblico alla tua arte? Come ti approcci alle persone che ti ascoltano sotto al palco?

Il pubblico, soprattutto ultimamente, sta apprezzando la musica che stiamo portando nei live e alle battle e questa è una cosa che mi carica molto, anche perché alcuni brani ancora non sono stati pubblicati sulle piattaforme. Quello che cerco di fare è intrattenere e far divertire il più possibile, sono molto contento del supporto ricevuto.

“Fame” di Malokha, con produzione di Rough

Tra gli highlights della tua carriera fino ad oggi troviamo anche la partecipazione alla Tritolo Battle di Clementino. Dicci di più.

È stata un’esperienza davvero incredibile. Eravamo più di 100 partecipanti provenienti da tutta la Campania. Il pubblico ci ha mostrato tantissimo calore.

Hai aperto i live di Geolier, Samurai Jay, Lele Blade e tanti altri. Ad oggi quali credi siano state le esperienze che hanno contribuito a farti crescere di più come artista?

Credo che proprio le aperture ai concerti di artisti già affermati mi abbiano fatto crescere più di ogni altra cosa. La fantastica possibilità, per un artista emergente, di cantare davanti ad un pubblico così numeroso, che poi non è così scontato riuscire ad intrattenere.

Sei tra gli artisti più apprezzati della scena rap underground campana, ma com’è essere un artista indipendente, oggi, in questo territorio?

Penso che ad oggi, grazie ai social e con la possibilità di utilizzare distributori indipendenti per la pubblicazione sulle piattaforme di streaming digitale, l’indipendenza sia la chiave. Anche perché ora anche questo territorio si sta appassionando sempre di più al genere, quindi secondo me è molto importante potersi gestire autonomamente per ogni decisione, musicale e non, senza dipendere da nessuno.

Malokha
Malokha

Nella playlist tipo di Malokha cosa troviamo? Quali sono gli artisti che ti offrono maggiore ispirazione?

Ultimamente molto rap francese come Gazo, Koba la D e PNL, ma l’artista che non può mai mancare nelle mie playlist è senza dubbio Travis Scott.

Quali sono gli aspetti della tua musica che vorresti il pubblico cogliesse?

L’originalità, sia dei testi che della musica.

Facendo un bilancio della tua carriera dagli esordi ad oggi, quanto e cosa credi sia cambiato di più in ciò che fa e in ciò che è Malokha?

Il Malokha di oggi è più consapevole delle sue capacità. Ha deciso di differenziarsi sempre di più dalla massa.

“99 freestyle” di Malokha

Credi di aver ottenuto tutto quello che meritavi in questi anni? C’è qualcosa di cui ti penti e invece qualcosa di cui vai particolarmente fiero?

Vado fiero di tutto il mio percorso artistico, anche dei bassi che ho toccato. Mi hanno fatto capire tante cose e mi hanno reso quello che sono.

Hai detto che il 2023 sarà un anno ricco di nuove uscite, cosa ci puoi anticipare?

Lancio la bomba: uscirà un nuovo freestyle con produzione di Rough. Anticiperà tante sorprese che arriveranno prossimamente.

Giornalista salernitano iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Campania. Colleziono compulsivamente dischi e mi piace scrivere con la musica ad alto volume.

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