L’Irlanda ha “stregato” tutti nella prima semifinale dell’Eurovision 2024 con l’artista non-binary Bambie Thug, con l’inquietante (ma spettacolare) performance su “Doomsday blue“
L’Irlanda all’Eurovision Song Contest 2024 schiera in campo l’ouija pop – sì, proprio come la tavola ideata per le comunicazioni medianiche con l’al di là – di Bambie Thug, artista non-binary che presenta in competizione “Doomsday blue“, tra i pochi brani davvero coraggiosi e memorabili dell’edizione, al netto del gusto personale, che per questa proposta non può che essere divisivo. Sinistra, inquietante, disturbante: l’esibizione irlandese – che ha permesso ai folletti di ritornare in finale – è destinata a rimanere nella storia del contest.
D’altronde Bambie Thug nasce per dividere: artista con una particolare predisposizione a mettere in musica temi ben distanti dai canonici formati “canzone”. Portavoce della comunità queer irlandese, Thug ha sempre spostato i riflettori con la sua arte sugli oppressi, esponendosi anche in campo politico. La sua vittoria all’Eurosong 2024, la selezione nazionale indetta dalla tv di stato per scegliere il proprio rappresentante a Malmoe, in Svezia, ha attirato sia critiche che elogi da parte della stampa irlandese e da numerosi personaggi noti in patria.
Nella sua musica, prima di incontrare il successo in patria, Bambie Thug ha avuto occasione anche di affrontare a viso aperto la dipendenza dalle droghe e da una relazione che ha definito «estremamente tossica». Dopo aver rilasciato diversi EP e singoli, l’artista ha ottenuto un posto nella lineup del festival nazionale irlandese per la selezione del rappresentante all’Eurovision. Irlanda che era a caccia di una rivincita dopo anni in cui la finale l’ha vista col binocolo: basti pensare che dal 2013 ad oggi s’è qualificata soltanto in due occasioni, prima dell’edizione 2024.
LA DESTRA IRLANDESE HA CHIESTO LA SUA SQUALIFICA
Ha staccato il ticket per la Svezia con “Doomsday blue“, pezzo che è un miscuglio di generi, dall’elettronica all’alt-pop, con innesti iperpunk che la rendono una proposta impossibile non notare. La vittoria in patria però è stata seguita da aspre critiche dall’ala destra della politica locale: Hermann Kelly, presidente del partito di estrema destra Irish Freedom, ha parlato di Bambie Thug e della sua canzone come «un’esaltazione del satanismo e del non-binario. Woke senza senso che si prende gioco della cultura irlandese». Ha fatto seguito anche una petizione per l’estromissione dell’artista dalla competizione europea che ha totalizzato oltre duemila firme.
Tuttavia non sono mancate recensioni positive da parte della stampa nazionale, che hanno sottolineato l’unicità della proposta di Bambie Thug, sia per la scena irlandese che per il contest europeo. «La mia roba è hyperpunk avant electro-pop. Lo chiamiamo grit pop o rot ma recentemente ho coniato il termine ouija pop» ha spiegato l’artista in un’intervista a proposito della sua musica, che comunque rifugge, così come la sua persona, da etichette e generi.
«L’EBU MI HA IMPOSTO DI NON RIMUOVERE ELEMENTI PRO-PALESTINA NELLA MIA PERFORMANCE»
Nella serata di ieri l’artista s’è esibita per quarta nel corso della prima semifinale dell’Eurovision Song Contest 2024, riuscendo a staccare per l’Irlanda un pass per la finale che mancava dal 2018, anno dell’ultima conquista della serata conclusiva del festival. L’ha fatto con una performance straordinaria, mai vista prima d’ora sull’imponente palcoscenico dell’Eurovision, che ricordiamo essere lo spettacolo televisivo non sportivo più visto al mondo. “Crown the witch” recita lo slogan che accompagna l’esibizione, in cui Bambie Thug si “sbarazza” di un demone che porta con sé tanti significati, per il vissuto dell’artista e non solo.
A colpire della performance sono i dettagli e la cura con cui la delegazione irlandese ha lavorato per la sua realizzazione. Non è passato inosservato il make up dell’artista, che avrebbe dovuto vedere in origine sul volto e sulle gambe lettere di un’antico linguaggio celtico, l’alfabeto ogamico, riportanti le frasi “Cessate il fuoco“, “Palestina libera” e “Incoronate la strega“. Alla fine l’unica frase posta sul corpo è stata soltanto quest’ultima.
Incalzata a tal proposito da una domanda in sala stampa, al termine della semifinale dell’Eurovision, l’artista ha spiegato: «Era importante per me perché sono a favore della giustizia e della pace. Sfortunatamente ho dovuto cambiare questi messaggi nella giornata di oggi, lasciando soltanto “Incoronate la strega”, su ordine dell’EBU». Pioggia di critiche – mai sopite dalla conferma della partecipazione israeliana all’Eurovision, per l’European Broadcasting Union, accusato di tutelare la propaganda israeliana sul palcoscenico internazionale.