L’atto conclusivo dell’evoluzione di Emma si manifesta in “Souvenir”, il suo nuovo album. Un viaggio che è solo iniziato
Il concetto che una rinascita arrivi in seguito ad una morte è corretto, anche se non sempre è così. Lo testimonia Emma: la sua carriera, per quanto ad un tratto si sia trovata a registrare numeri più contenuti rispetto ad un epoca per lei più florida, non s’è mai scontrata con reali battute d’arresto, anzi. La salentina s’è presentata oggi, alla pubblicazione di un nuovo disco – che ha esordito al primo posto della classifica degli album più venduti della settimana – all’atto conclusivo di un’evoluzione completa. Trasformazione che sa tanto di rinascita. Emma, possiamo dirlo, non è mai stata più “pronta” di così.
Già, perché farsi trovare pronti è una missione ostica per tutti, di certo più alla portata per chi dispone di una chiara consapevolezza delle proprie doti e capacità. Ascoltando “Souvenir“, ma in realtà già da quella sanremese “Ogni volta è così“. Anzi, ancor prima, sprazzi di luce s’erano intravisti in “Fortuna“, disco piuttosto azzoppato dalla pandemia, ma che ha posto le fondamenta di un’evoluzione per Emma Marrone. Evoluzione che si compie a tutti gli effetti con le nove tracce contenute in questo lavoro discografico.
Quando la vita ti scarnifica, inizi a perdere la fiducia nell’esistenza del futuro. Sembra che ogni volta provassi a fare qualcosa di bello, poi mi succedesse qualcosa di brutto. Ultimamente avevo paura di vivere e la morte di papà è stata la mazzata finale. Tra lo sprofondare e il ritrovarsi il confine è labile. Invece di precipitare, ho deciso di mettermi uno zaino in spalla e risalire. Con grande fatica e con grande forza.
Emma a Tv Sorrisi e Canzoni
Costruire sé stessi dopo essersi decostruiti è un’impresa ardua, ma forse è proprio quest’ultimo atto a rappresentare la svolta. Individuare l’ingranaggio che nel proprio motore non va, per poi sostituirlo, richiede una grande cura e preparazione. Emma ha dimostrato di conoscersi, di aver appreso nel corso degli anni tutte le diverse sfumature della sua anima, di aver imparato a decifrare tutte le cose che nei giorni della sua esistenza non vanno per la strada ideale, e ne ha fatto canzoni.
In quella che a conti fatti potrebbe rappresentare – e lo è – una delicata operazione chirurgica, l’artista di “Mezzo mondo” non s’è ritrovata da sola: al suo fianco un team di penne, volti e voci di prim’ordine della scena contemporanea italiana: da Tony Effe in “Taxi sulla luna“, «è un ragazzo di cuore, con lui ho vissuto un’estate leggera», a Lazza in “Amore cane“, «ci conosciamo da prima che lui avesse il suo attuale successo. Abbiamo in comune la stessa voglia di rivalsa nei confronti della vita». Tra gli autori che hanno lavorato insieme ad Emma spiccano, tra gli altri, Federica Abbate, Davide Simonetta, Jacopo Ettorre e Paolo Antonacci, con la produzione di Katoo.
In questo disco si parla d’amore, certo, ma non solo e soprattutto non affrontando esclusivamente le sue sfumature più solite. L’amor proprio, alternato a quello per un’altra persona. A tratti carnale e d’istinto, ma anche profondo e pieno d’anima. Ad incorniciare l’intera opera però – non a caso è stata inserita proprio nel cuore della tracklist – è “Intervallo“. Brano più urgente tra i nove di “Souvenir“, per comprendere l’essenza di questo album.
Una dedica al papà Rosario, scomparso, che tra le note di una canzone s’arricchisce di immagini, di ricordi e sospiri. Le incertezze di un addio dipingono inconsapevolmente molteplici scenari. Quelli di un film che s’interrompe all’intervallo, rimane in sospeso come la vita quando si spezza e toglie il fiato. “Rientreremo, sarà buio un po’ in ritardo. Ruberemo forse il posto a qualcun altro. Questo film è tutto nostro, il finale posso ancora immaginarlo“.
Come Emma stessa ha affermato, “Souvenir” è un viaggio, e non è da dirsi certo completato dopo appena queste nove tracce. Nuova musica è pronta nel laboratorio d’idee che si nasconde nella mente dell’artista e nello studio di registrazione. Quando vedrà la luce non è ancora dato saperlo anche se quella «carne a cuocere» che la cantautrice ha detto di aver messo, lascia presagire come non manchi poi molto. La carne, si sa, se rimane troppo sulla griglia rischia di bruciarsi.