S’intitola “Luck and strange” il nuovo – e probabilmente ultimo – album di David Gilmour. Ecco la nostra recensione
“Ci sono persone che si esprimono meglio con le parole, altre con la propria arte. Mio marito è uno di quelli“: sono le parole di Polly Samson, moglie e coautrice dei testi dell’ultimo album di David Gilmour. Secondo il chitarrista, questo è il suo miglior album dopo The Dark Side of the Moon. Dopo e soprattutto durante il periodo del Lockdown, Gilmour e la sua famiglia si sono trovati a riflettere su temi come la mortalità e la caducità della vita. Con l’età che avanza, Gilmour si trova a fare i conti con la realtà: non è più il giovane musicista che una volta riempiva le arene di tutto il mondo, con una voce e un tocco di chitarra invidiabili.
Sebbene il suo stile chitarristico sia rimasto inalterato, in questo nuovo album la sua voce appare affaticata, come si percepisce anche nelle recenti prove tenute a Brighton e pubblicate sul suo canale YouTube. Per i fan, queste sessioni sono un vero dono.
In questo album, nonostante Gilmour abbia venduto le sue leggendarie chitarre (tra cui la “Black Strat” all’asta per 4 milioni di dollari) non mancano nuove chitarre. Tra queste una Fender Custom Shop, simile alla Black Strat originale, che ha un adesivo di un gatto e per questo è stata ribattezzata “Black Cat Strat”. David Gilmour per questo album utilizza anche una Gibson ES-335, come quella resa famosa da Chuck Berry, oltre all’immancabile Gretsch.
Tornando all’album, uno degli aspetti più rilevanti sono le collaborazioni con i suoi figli Romany, Gabriel (che contribuiscono con controcanti e parti vocali) e Charlie, che ha dato il suo contributo nella stesura del testo di Scattered, l’ultimo brano. Charlie ha anche ispirato l’artista Anton Corbijn nella creazione della fotografia di copertina dell’album. Charlie Andrew, produttore al fianco di Gilmour in questo lavoro, ammettendo di essere quasi totalmente a digiuno della discografia dei Pink Floyd, un dettaglio che Gilmour ha visto come un vantaggio, permettendo un confronto libero e senza pregiudizi basati sulla sua fama.
Curiosa è la storia di come David Gilmour abbia contattato Andrew via Instagram, provocando sicuramente una sorpresa inaspettata per il produttore. Le registrazioni hanno avuto luogo a Brighton e Londra per un periodo di cinque mesi.
“LUCK AND STRANGE” DI DAVID GILMOUR: ANALISI TRACCIA PER TRACCIA DELL’ALBUM
Black Cat
Questo brano ricorda un po’ 5 A.M. dal primo album solista di David Gilmour. Qui troviamo un assolo del chitarrista accompagnato dal pianoforte, in una chiave Pink Floyd.
Luck and Strange
La traccia che dà il titolo all’album vede la collaborazione di Richard Wright, tastierista e caro amico di David, scomparso nel settembre del 2008. Nel 2007, i due si ritrovarono a suonare insieme a Guy Pratt (sostituto di Waters dopo lo scioglimento dei 4 storici Floyd nel marzo del ‘83) e il batterista che ha accompagnato Gilmour per la maggior parte della sua carriera solistica, Steve De Stanislao, in una jam session tenuta nel fienile trasformato in studio presso la casa di campagna di Gilmour.
Molti brani di quella sessione sono stati pubblicati in DVD live, ma Luck and Strange è rimasto nascosto fino ad ora. David Gilmour ha ripreso quella registrazione, aggiungendo nuove parti di chitarra, e con l’aiuto della moglie Polly ha scritto il testo. Il risultato è un blues lento e psichedelico, con una forte intesa musicale tra Gilmour e Wright, che emerge in uno scambio di note verso la fine. Il duetto musicale tra il passato e il presente dei due è toccante e torna subito alla mente il finale di Echoes, quando i due si inseguono e simulano l’uno le note dell’altro con il proprio strumento. È subito magia.
The Piper’s Call
Questo è il primo singolo pubblicato prima dell’uscita dell’album. Ritmato e forse il più “pop” del disco, vede Romany nei controcanti. L’arrangiamento è insolito: l’ukulele introduce il brano, mentre il tempo è scandito nelle prime strofe sul 2 e sul 4 dai tom invece del rullante. I cori, registrati nella cattedrale Ely Cathedral di Cambridge, rendono tutto quasi assurdo, malinconico (la cattedrale è quella che si vede sullo sfondo dietro le due teste della copertina dell’album di The Division Bell dei Pink Floyd).
Nel ponte il brano si concretizza con le chitarre “slide” tipiche di David Gilmour che riportano tutto alla normalità, poi il brano esplode nel ritornello con un groove di batteria prorompente (qui come per molti brani dell’album troviamo uno dei più grandi batteristi al mondo, Steve Gadd).
La moglie in questo testo rianima in Gilmour il periodo degli anni ‘90 quando lo stesso viveva nella sregolatezza (come dice in una parte del ritornello una “attitudine Carpe Diem”), oltretutto assumendo cocaina. Nello special finale strumentale sembrano esserci dei richiami dell’album The Division Bell con il campanaccio che scandisce i quarti della battuta che quasi richiama lo stile delle strofe di Coming Back to Life.
A Single Spark
Il brano riflette sul tema della vita come una scintilla che si consuma rapidamente tra due eternità. David Gilmour, con la sua musica, accompagna un testo che parla della fragilità della vita e del tentativo di trovare un senso nei momenti effimeri. C’è una dolcezza nelle parole che descrivono una preghiera silenziosa per mantenere tutto in equilibrio, nonostante l’incertezza del mondo.
Vita Brevis
Questo breve interludio strumentale sembra quasi rappresentare il legame indissolubile tra padre e figlia. La chitarra di Gilmour e l’arpa di Romany creano qui una connessione intima.
Between Two Points (feat. Romany Gilmour)
Cover dei The Montgolfier Brothers, questa traccia viene reinterpretata dalla voce angelica di Romany. Gli arrangiamenti, curati da David Gilmour e Charlie Andrew, sono semplici e diretti, creando un’atmosfera celestiale. Il brano trasporta l’ascoltatore in una dimensione onirica ma con una chiarezza emotiva.
Dark and Velvet Nights
Questo brano si ispira a una lettera scritta da Polly Samson a Gilmour in occasione del loro anniversario di matrimonio. Musicalmente si colloca nel solco del blues psichedelico già esplorato in altre tracce dell’album.
Sings
L’unico brano dell’album privo di un assolo di chitarra, Sings è un pezzo delicato che riflette il desiderio di rifugiarsi dalla realtà e restare in una bolla di intimità. Il testo evoca immagini di un passato felice, come le fotografie in bianco e nero di giovani innamorati. L’atmosfera è malinconica, con un forte senso di nostalgia.
Scattered
L’ultimo brano, in cui David Gilmour regala ai fan tre maestosi assoli di chitarra che sembrano chiudere un cerchio. L’assolo finale, melodico e struggente, è uno dei momenti più alti dell’album e segna simbolicamente la fine di un’epoca.
Nel contesto generale, considerando che probabilmente sarà uno degli ultimi, se non l’ultimo album (a detta dello stesso chitarrista e per ovvie ragioni anagrafiche) di uno degli ultimi giganti della musica rimasti, è un lavoro maturo, anche se in parte può sembrare incompleto nella sua stesura, pur restando autentico. Questo pensiero è inevitabile se si considera il confronto con i lavori precedenti, soprattutto dopo la dichiarazione di Gilmour che lo paragona al livello del capolavoro The Dark Side of The Moon. Tuttavia, è un album sentito, ricco di sensibilità.
Con il supporto della figlia, sembra quasi che David Gilmour stia passando un testimone generazionale attraverso la musica e i testi, che riflettono la fragilità e i limiti del suo tempo. È un’opera che fa capire agli appassionati che il chitarrista dai super assoli è ormai un’ombra del passato, ma uno spiraglio si apre nell’ultimo brano; Scattered è il testamento, chiude il cerchio, e quei tre assoli, maestosi e pieni di nostalgia, sembrano quasi un addio: l’eco (come direbbe una canzone dei Floyd “The echo of a distant time”) di una chitarra che ci ha accompagnato per decenni, e che ora, con delicatezza, sembra voler restare impressa per l’eternità.
One reply on “David Gilmour e “Luck and strange”: viaggio nell’eco del passato – RECENSIONE”
Grande !!!