Un trionfo di colori, di immagini, di poesia e libertà. Ecco da cosa partire per spiegare il videoclip di “Barrì” di Avincola
Non è solo una canzone, non è neanche solo il lead single del secondo album – omonimo – della sua carriera. “Barrì“, per Avincola, rappresenta il brano manifesto di un nuovo corso artistico per il cantautore romano. Una chiave di lettura nuova della sua musica, anche se non sbuca fuori di certo all’improvviso. In “Barrì” emerge un’anima, quella dell’artista, dedita alla bellezza della scoperta, occhi che sanno ancora meravigliarsi davanti all’incanto dell’arte.
A sostenere l’universo che la sola traccia “Barrì” – per approfondire vi rimandiamo a scoprire l’intero album – disegna è un videoclip, realizzato dal regista Amir Ra. L’artista ha messo in piedi un’esperienza visiva, arricchita da una poesia di Morgan, che introduce la clip, che mira a scandagliare il concetto di libertà in ogni suo recondito significato e in tutti i suoi aspetti.
La dimensione che viene dipinta in questo videoclip viene descritta come «onirica e surreale», ma è allo stesso tempo un’esortazione ad uscire fuori dai limiti della propria immaginazione e a spiare fuori dall’oblò, per scoprire cos’altro potrebbe nascondersi al di là dello steccato della propria mente. È lì che sarà possibile trovare una sequenza infinita di spunti, di suggestioni da mille colori sui rapporti umani e con se stessi.
“Barrì“, le parole di Panella, la musica di Avincola e l’impulso di Morgan
Ma come nasce questa “Barrì“? Su un testo del paroliere Pasquale Panella, Avincola ha saputo trovare le giuste note per dare vita alle parole dell’autore, già al fianco di Lucio Battisti nei suoi ultimi album, dando vita ad un brano capace di fotografare la vera essenza della libertà, o almeno una delle tante che racchiudono questa espressione. E pensare che tutto nacque su impulso di Morgan.
Come raccontato dal cantautore romano ai microfoni di Indievision.it, «È iniziato tutto grazie a Morgan che un giorno ha deciso di scrivere un libro di poesie e contattare Panella per fare la prefazione, questo però inviò 60 poesie in risposta a tutte le poesie di Morgan, da cui ha anche preso spunto per la parola “cablaggio” utilizzata da Morgan per parlare del cablaggio delle corde di uno strumento».
«Successivamente Morgan ha deciso di contattare me e altri artisti creando un gruppo Whatsapp e facendoci scegliere rispettivamente alcune poesie di Panella per trasformarle in canzoni. Io ne ho fatte cinque ma ne ho scelta solo una da inserire nel disco, poi ho chiesto un parere a Panella e per fortuna gli è piaciuta moltissimo. La mia passione per Panella è nata dai testi che ha scritto con Enzo Carella – spiega ancora Avincola – Una cosa curiosa è che la prima volta che Panella mi ha chiamato mancava mezz’ora alla mezzanotte di Capodanno, in pratica ho passato la notte di Capodanno al telefono con lui per più di un’ora».
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