È il settimo Festival di Sanremo per Arisa. La splendida voce lucana torna sul palcoscenico che l’ha lanciata nel 2009 tra le nuove proposte con “Sincerità“, dove trionfò. Quest’anno si presenta con una preziosa ballata scritta da Gigi D’Alessio. “Potevi fare di più“, questo il titolo del brano, racconta di una donna protagonista di una relazione chiusa in un vicolo cieco, un amore ormai concluso che sta distruggendo le persone coinvolte, fino a prendere la decisione, una volta per tutte, di bastarsi da soli.
Prima dell’esibizione di ieri Arisa aveva parlato del brano affermando: «È una storia di libertà, di grande sofferenza, ma anche di gioia e di consapevolezza. Non vedo l’ora di farvela ascoltare veramente. Ha delle sonorità un po’ classiche, anni ’90 2000. Se dovessi paragonarla a qualcosa, la paragonerei ai tempi di Whitney Houston, Mariah Carey e ai brani soft di Michael Jackson».
Per la giuria demoscopica, nonostante l’ottima prova vocale su una canzone tutt’altro che semplice da eseguire, Arisa s’è classificata in sesta posizione, ma tutto può ancora succedere, con la votazione della sala stampa e del televoto nelle prossime serate. Arisa domani, nella serata delle cover, si esibirà con “Quando” di Pino Daniele in coppia con Michele Bravi.
Testo di “Potevi fare di più” di Arisa
Lasciarsi adesso non fa più male non è importante
Cosa ci importa di quello che può dire la gente
L’abbiamo fatto oramai non so più quante volte
Te lo ricordi anche tu
Ci sono troppi rancori che ci fanno star male
Mi sono messa in disparte sola col mio dolore
Dove c’era dell’acqua oggi solo vapore
Potevamo fare di più
A che serve cercare se non vuoi più trovare
A che serve volare se puoi solo cadere
A che serve dormire se non hai da sognare
Nella notte il silenzio fa troppo rumore
A che serve una rosa quando è piena di spine
Torno a casa e fa festa solamente il mio cane
Ora i nostri percorsi sono pieni di mine
Sto annegando ma tu non mi tendi la mano
A che serve un cammino senza avere una meta
Dare colpa al destino che ci taglia la strada
Non importa se sono vestita o son nuda
Se da sopra il divano più niente ti schioda
A che serve truccarmi se nemmeno mi guardi
Ero dentro i tuoi occhi ma tu non lo ricordi
Noi di spalle nel letto più soli e bugiardi
Ti addormenti vicino ti svegli lontano
Mi mancheranno i sorrisi che da un po’ non vedevo
Ti chiamerò qualche volta senza avere un motivo
Racconterò a chi mi chiede che sto bene da sola
Questo farai anche tu
Cancellerò foto e video dal mio cellulare
Solo per non vederti né sentirti parlare
Ne avrò piena la testa e spazio sulla memoria
E chissà quanto tempo io ti amerò ancora
A che serve una rosa quando è piena di spine
Torno a casa e fa festa solamente il mio cane
Ora i nostri percorsi sono pieni di mine
Sto annegando ma tu non mi tendi la mano
A che serve un cammino senza avere una meta
Dare colpa al destino che ci taglia la strada
Non importa se sono vestita o son nuda
Se da sopra il divano più niente ti schioda
A che serve truccarmi se nemmeno mi guardi
Ero dentro i tuoi occhi ma tu non lo ricordi
Noi di spalle nel letto più soli e bugiardi
Ti addormenti vicino ti svegli lontano
A che serve morire se ogni giorno mi uccidi
Dallo specchio ti vedo mentre piango tu ridi
È tutto quello che è stato oramai non ci credi
Potevi fare di più