A sei anni dall’ultimo lavoro discografico, Andrea Laszlo De Simone torna con un album che intreccia musica, cinema e pittura, offrendo un’esperienza sensoriale capace di indagare la complessità dell’esistenza, tra pensieri intrusivi, relazioni umane e ricerca di luce interiore.
Andrea Laszlo De Simone presenta il suo nuovo album Una Lunghissima Ombra, in uscita per 42 Records, come un’opera totale che trascende il semplice ascolto musicale per abbracciare una dimensione audiovisiva e concettuale. Dopo sei anni di assenza dalle pubblicazioni, il cantautore e compositore torinese realizza un progetto in cui la musica dialoga con il cinema e la pittura, richiamando l’idea di Gesamtkunstwerk, e che si articola in un disco di 17 tracce affiancato da un poema visivo di “quadri filmici” immersivi.
Il progetto si struttura su un filo concettuale che parte dalla luce e arriva alle ombre, metafora dei pensieri intrusivi e delle inquietudini interiori che caratterizzano la condizione umana contemporanea. Le tracce strumentali – l’intro Il Buio e gli interludi Neon, Diffrazione, Spiragli e Rifrazione – fungono da tessuto connettivo tra i brani cantati, creando un continuum tra momenti di introspezione, riflessione e narrazione emotiva.
“Una Lunghissima Ombra” è un progetto audiovisivo in cui ho provato a portare alla luce i pensieri intrusivi, quelli che sono costantemente presenti dentro di noi anche quando stiamo pensando ad altro e che finiscono perproiettare lunghe ombre sulla nostraesistenza. Ho scelto di rappresentare un “punto di luce” attraverso delle inquadrature fisse della realtà, un “oggetto” attraverso i testi delle canzoni e “le ombre” attraverso la musica. Perché l’ho fatto? Per via delle mie ombre, temo.
Una Lunghissima Ombra estende le traiettorie stilistiche già percorse da Andrea Laszlo De Simone: si passa dalla tradizione cantautorale italiana e francese, con reminiscenze di Battisti e Brassens, fino alla psichedelia contemporanea, le aperture sinfoniche, il rock d’autore e l’uso sperimentale di field recording e musica concreta. L’alternanza tra italiano e inglese, presente in alcune tracce, contribuisce alla varietà dei toni e alla capacità di trasmettere sfumature emotive complesse.

L’album indaga la condizione umana attraverso la lente della melanconia e della memoria. Brani come La notte e Colpevole raccontano la consapevolezza dei propri limiti e delle proprie responsabilità, mentre Un momento migliore e Pienamente oscillano tra introspezione e slanci vitali. In Non è reale, Andrea Laszlo De Simone sintetizza il cuore concettuale dell’opera: una riflessione sulla natura dei pensieri intrusivi, sulla fragilità dell’essere e sulla difficoltà di distinguere ciò che appare reale da ciò che è frutto della percezione soggettiva.
La title-track, posta in chiusura, rappresenta al contempo un commiato e un punto di origine: un finale che riconnette l’ascoltatore all’intero percorso esperienziale dell’album, rendendo evidente la cura maniacale con cui ogni dettaglio sonoro è stato pensato e registrato. L’uso equilibrato dell’elettronica, mai invasivo, accompagna strumenti acustici e orchestrazioni leggere, creando un suono avvolgente e tridimensionale, perfettamente in linea con il concetto del disco.
Ho pubblicato in anticipo l’intera parte visiva che accompagna il disco, ma privandola della musica e facendo suonare al suo posto l’audio ambientale dei quadri. La mia speranza era che i sottotitoli con i testi delle canzoni, in quel contesto visivo e sonoro, risuonassero nella testa come fanno i pensieri. Grazie infinite a tutti per aver accolto con gentilezza la mia lunghissima ombra.
Vi sono, in ultimo, pochi dubbi su come Una Lunghissima Ombra confermi Andrea Laszlo De Simone come una delle figure più innovative e radicali del panorama musicale italiano contemporaneo, capace di fondere profondità emotiva e sperimentazione formale, offrendo una narrazione sonora che è insieme personale e universale, privata e collettiva.




