A sette anni da “Parts of Life“, il producer berlinese Paul Kalkbrenner pubblica un album che segna un ritorno all’essenziale: un’opera intima, stratificata e profondamente coerente nella sua ricerca di purezza musicale.
Con The Essence, disponibile da venerdì 10 ottobre, Paul Kalkbrenner inaugura un nuovo capitolo della propria parabola artistica. A sette anni dall’ultimo lavoro in studio, Parts of Life (2018), il produttore e live performer tedesco riconferma la sua attitudine a scavare nel suono con rigore e introspezione, proponendo un album che è tanto un ritorno alle origini quanto una dichiarazione di metodo.
Registrato in parte in studio e in parte in un appartamento berlinese dal design modernista — un ambiente che mescola elementi degli anni ’70, legno, pietra, luce al tungsteno e strumenti analogici — The Essence sembra riflettere pienamente quella dimensione domestica e organica. L’appartamento, quasi un coautore invisibile, diventa luogo di sperimentazione e riflessione, un laboratorio in cui il tempo si dilata e le emozioni si sedimentano nei suoni.
L’atmosfera che permea il disco è infatti calda, idiosincratica, costruita su texture sonore precise e volutamente imperfette. The Essence raccoglie frammenti di epoche diverse, bozzetti e melodie mai pubblicate prima, in un mosaico che restituisce la complessità del percorso del suo autore.
Avevo smesso di produrre album, ma poi ho capito quanto fosse bello creare qualcosa capace di dare un senso di unità. Non volevo neon o schermi, solo luci soffuse e storia della musica tutt’intorno. Questo album non ha filler. È interamente ciò che volevo dire, senza compromessi.
Il singolo Ninety-Two, pubblicato a luglio, apre idealmente la narrazione, seguito da Que Ce Soit Clair, realizzato insieme a Stromae. Un sodalizio che affonda le radici nel 2009, quando Paul Kalkbrenner remixò Te Quiero: oggi i due si ritrovano come pari, condividendo una visione comune sull’amore come spazio senza confini né categorie.
La varietà sonora di The Essence è uno dei suoi punti di forza. Brani come Dreaming On evocano gli anni ’80 e l’estetica dei Depeche Mode, intrecciando linee di basso e loop dal respiro nostalgico ma mai retrospettivo. Der Schlörheinz si presenta invece come un’incursione più ruvida, dominata da un’energia viscerale e quasi provocatoria, mentre Cronitis Boy porta con sé una vibrante eleganza, tra ritmi caldi e discreti archi sintetici.
Con The Essence, Paul Kalkbrenner riafferma la propria posizione come figura centrale della musica elettronica contemporanea. Nato nel 1977 e formatosi nell’epoca dei primi rave berlinesi, ha costruito una carriera atipica, preferendo il live set al DJ set e mantenendo sempre un equilibrio tra sperimentazione e accessibilità. Dal successo planetario di Berlin Calling e del singolo Sky & Sand fino alle esibizioni davanti a centinaia di migliaia di persone, il percorso dell’artista tedesco si distingue per una coerenza rara nel panorama techno.
 
                                
                            
                        



